Il compito del traduttore by Walter Benjamin

Il compito del traduttore by Walter Benjamin

autore:Walter Benjamin [Benjamin, Walter]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2023-06-22T00:00:00+00:00


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1 Con il termine Aufgabe (compito) Benjamin non allude né a un trasferimento di significati, né alla sfera etica della responsabilità. Non si tratta qui né di responsabilità, né di doveri. Se si pensa al verbo aufgeben, esso indica da un lato l’idea del dare (geben), del compiere, dello svolgere un compito, ma anche quella di rinunciare, lasciar perdere, chiudere, fino al suo uso estremo nell’espressione seinen Gast aufgeben, sinonimo di morire. Il termine Aufgabe è dunque caratterizzato da questa polarità. Avvicinato al termine traduzione, sembra quasi indicarci un compito dalla riuscita incerta.

2 Il concetto di forma d’arte (Kunstform) rimanda qui esplicitamente alla tesi di dottorato di Benjamin pubblicata nel 1920 con il titolo Der Begriff der Kunstkritik in der deutschen Romantik (Il concetto di critica nel Romanticismo tedesco).

3 Abbiamo preferito rendere il termine Bild con “immagine” invece che con “quadro”, come aveva fatto Renato Solmi, includendo così un più ampio spettro delle arti visive.

4 Benjamin vuole qui sottolineare che l’essere umano non è determinante nel definire il concetto di relazione, o, detto in altri termini, che l’uomo non è la misura di tutte le cose – concetto centrale in tutta la sua opera.

5 Il termine Gedenken, di difficile traduzione, è stato reso da altri traduttori con “pensiero” (Gedanke) o con “ricordo”. Abbiamo optato per un genitivo soggettivo. Intendendolo invece come genitivo oggettivo, si concederebbe all’uomo la capacità di ricordarsi di Dio. Ma come ricordare un oggetto che non si è conosciuto? Queste considerazioni, oltre alla natura verbale e non nominale del termine Gedenken ci ha fatto propendere qui per un’allusione all’atto di ricordare di Dio. Cfr. S. Weber, Benjamin’s abilities, Harvard University Press, Cambridge (MA)-London 2008, p. 60 e ss.

6 Abbiamo reso i termini Fortleben e Überleben con “sopravvivenza”. Tuttavia è opportuno sottolineare che Benjamin introduce il concetto con il termine Überleben, che utilizza solo una volta, per poi utilizzare il termine più di uso comune Fortleben. Überleben sembra mostrare un’eccedenza, laddove Fortleben sembra piuttosto indicarci un proseguimento temporale, una trasformazione.

7 Gustav Theodor Fechner (1801-1887) è stato professore di fisica all’Università di Lipsia. Si occupò di elettromagnetismo ed elettrochimica. Non soddisfatto delle ricerche sperimentali si orientò verso un approccio filosofico, facendosi promotore della psicofisica.

8 Abbiamo reso il termine Darstellung con “esporre” e non con “rappresentare” come aveva fatto Solmi. Si tratta di uno dei concetti fondamentali nell’opera di Benjamin, che ritornerà nell’Origine del dramma barocco tedesco e nel lavoro sui passages di Parigi, il Passagen-Arbeit, a indicare il concetto di esposizione filosofica dell’autore tedesco.

9 Benjamin distingue qui tra affinità, parentela (Verwandtschaft) e mera somiglianza (Ähnlichkeit). Sul termine Verwandtschaft Benjamin ritornerà nel suo saggio su Le Affinità elettive di Goethe (Goethes Wahlverwandtschaften).

10 Benjamin allude qui al suo saggio Zwei Gedichten von Friedrich Hölderlin (Due poesie di Friedrich Hölderlin) contenuto in GS, vol. II, p. 106 e in WuN, vol. II.

11 Benjamin si riferisce qui a un’affinità “sovrastorica” e non “metastorica”, come aveva tradotto Solmi.

12 “Le lingue sono imperfette in questo, che tra molte manca la suprema: poiché pensare



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